“Un giorno di otto anni fa mi hanno detto che avevo un tumore; ho pensato: se devo morire cosa mi porto via? Mi porto via la mamma e il babbo, che mi hanno fatto questo regalo pazzesco che è la vita. Ditelo ai vostri figli che la vita è un bellissimo regalo. Imparino ad amare la vita, un regalo che non avranno mai più. Poi mia moglie, che mi ha dato tre figlie meravigliose e abbiamo condiviso insieme una… vita molto importante. Poi gli amici e qualche emozione. Poi mi sono detto: ma cretino, hai tutto a disposizione e non ci fai caso. Le ho tutte qui con me, eppure penso ad altre cose. Quando muori non ti porti via la macchina, non ti porti via niente. Ti porti via quello che hai, i ricordi che hai. Io tengo conferenze per i malati di tumore, andrò a parlare prima di Natale ai malati di Parkinson e ai malati di Alzheimer. Una delle cose che dico è che io sono immortale. All’inizio tutti ridono, ma e’ vero. Io sono immortale. Noi non sappiamo quando moriremo. Perché devo preoccuparmi adesso, se non so quando muoio. E’ come se qualcuno mi dicesse: devi avere 20 milioni di euro, adesso ti arrivano…. e io sto aspettando.., boh, può darsi….quando…! Se penso a quelli, muoio di fame. Se io penso a me, se penso che la morte non mi tocca, allora ogni giorno che mi alzo mi sento fortunato Ho un giorno in più per me, per la mia famiglia, per stare insieme. Oggi sono venuto qui a Fabriano, ma é dura, dico la verità. Il chirurgo che mi ha operato al polmone mi ha detto: “Ti faccio io una puntura e ti faccio andare a Fabriano”, e ci sono riuscito. Per cui oggi sono contento di essere qui, tra di voi, era importante per me, Vi auguro tante belle cose e tanta salute che é la cosa più importante della vita. In bocca al lupo!”.
Alberto Bucci (Fabriano, 27 ottobre 2018)