Nel 2008 è stata sua l’invenzione di una “carta assorbente” per ripulire i mari
Un giovane ingegnere, pugliese di Bitonto, classe 1973, docente di Ingegneria e scienza dei materiali al MIT (Massachusetts Institute Technology) di Boston e al Politecnico di Losanna, è tra i premiati del Gentile da Fabriano 2010, nella Sezione “Scienza, ricerca e innovazione“. E’ considerato uno degli esperti mondiali nel campo delle nanotecnologie, dell’infinitamente piccolo, ed è tornato da poco in Italia per dirigere a Milano il neonato Cen (Centro europeo di nanomedicina), promosso dalla Regione Lombardia.
Il Cen ha come obiettivo lo sviluppo di soluzioni innovative per la prevenzione, la diagnosi e la cura di patologie tumorali, cardiovascolari e neurologiche. “Grazie alla nuova frontiera delle nanotecnologie – ha affermato Stellacci – la medicina ha grandi possibilità di evoluzione, soprattutto negli esami diagnostici e nella somministrazione dei farmaci. Stiamo già lavorando ad un nuovo sistema di farmaci per il cancro al cervello”. Lo scienziato guiderà una equipe che comprende ingegneri, biologi, medici e fisici. “E’ un sogno che si realizza – ha detto ancora Stellacci – e cioè quello di fare ricerca ai più alti livelli qui in Italia. Perché gli scienziati sono dei sognatori, persone che ambiscono a lasciare il mondo migliore di come l’hanno trovato, di innovarlo e di renderlo sempre più vivibile. L’ideale è di ottenere tutto questo senza guerre, senza diatribe, senza creare divisioni ma parlando la lingua più universale che esista al mondo. Questa è la vera vocazione di orni scienziato, quel tema comune che ci rende simili, indipendentemente dalla nazionalità, dalla religione o dalla cultura di provenienza”.
Ha dodici riconoscimenti internazionali all’attivo, tra i quali quello assegnato nel 2005 dal Technology Review Magazine ai 35 top innovators under 35, per l’invenzione di un sistema che permette di ridurre enormemente i costi di produzione dei Dna-chip. I dna-chip sono dei vetrini utilizzati per particolari esami biologici. E’ del 2008, inoltre, operata al MIT con il suo gruppo di ricerca, una straordinaria invenzione contro le macchie di petrolio. Si tratta di un foglio di “carta assorbente” capace di “asciugare” una quantità di liquido pari a venti volte il suo peso. E’ una carta fatta di un intreccio di nanofibre di ossido di potassio manganese, impermeabile all’acqua, che assorbe solo petrolio ed è resistente alle alte temperature. Così il petrolio assorbito può essere recuperato esponendolo a forti fonti di calore che lo fanno evaporare. E il foglio di carta ritorna pulito e può essere riutilizzato.
Di questa “carta assorbente” si è tornati a parlare molto recentemente come possibile strumento per far fronte al disastro ecologico del Golfo del Messico.