Alfredo, un cavaliere rusticano, di Lycia Antognozzi
Alfredo Pirri, uomo dalla personalità duttile e dall’aspetto elegante, si offre a noi con la sua “pittura naif”, arte non colta ma estremamente raffinata, dove il pittore, attraverso il suo bisogno di esprimersi, ci racconta di sé e del suo amore per i luoghi dove è sempre vissuto. Dalla sua mano nascono opere dall’atmosfera di sogno dipinte con ricchezza di particolari, cariche di estrema sensibilità e freschezza di colore. Il paesaggio marchigiano e le attività che segnano il ritmo della vita contadina, spaccato di un tempo ormai scomparso e forse mai più ripetibile, sono i soggetti preferiti da questo artista versatile ed eclettico che si fa conoscere ed apprezzare principalmente attraverso le tecniche dell’olio, dell’acquerello e dell’incisione. Paladino di un tempo che fu, con caparbietà ripropone alle nuove generazioni aspetti di vita rusticana ormai vivi solo nel ricordo di pochi. Egli realizza opere dove le azioni della vita agreste e contadina erompono in una ricca gamma coloristica, espressione di eventi ora sobri ora squillanti, raffigurati con grande gusto artistico. Le sue opere, disegnate con una precisione prospettica e un gusto del dettaglio stupefacenti, sono la rappresentazione di un mondo rurale rimasto fermo nel tempo, l’istantanea di un ambiente che non ha conosciuto modernizzazione. Il ritmo delle stagioni che inesorabilmente si alternano scandisce i lavori sull’aia; gli utensili e gli attrezzi del lavoro campestre, ormai visibili solo nei musei, riprendono vita nel lavoro dei contadini; gli uomini e le donne animano la scena con gesti antichi, mentre sembra di udire gli uccelli cantare sui rami o sbattere le ali in volo, le galline razzolare e le oche starnazzare nello stagno. Dettagli che il pittore rende con dovizia di particolari e che, nello scenario proposto, perdono la fatica dell’uso quotidiano, acquistano la piacevolezza del gioco raggiungendo un incanto quasi rituale. Altrettanto efficace è il segno di Pirri incisore, che, con la stessa grazia, ripropone nelle acqueforti il suo mondo e che, con la mano sicura dell’artigiano dalla lunga pratica, sa rendere accurato, oltre che poetico, il suo fare.