Un altro, prezioso tassello si aggiunge all’attività espositiva del Premio nazionale Gentile da Fabriano. La ventiduesima edizione del Premio promuove, dal 12 ottobre all’11 novembre 2018, negli straordinari spazi del Museo della Carta e della Filigrana, la mostra di disegni, dipinti e fotografie del giovane Ruoqi Tang. La Mostra si intitola Essere e il termine, o meglio il concetto, indica già quale sia il carattere della sua ricerca artistica, perché di questo si tratta, una ricerca che prende corpo attraverso il design di moda ma anche nel dispiegarsi di altre espressioni del suo spirito inventivo. Afferma infatti Ruoqi, nelle sue stringate ed efficacissime riflessioni: “Una mia creazione, come me stesso, è semplicemente un’esistenza.
Più cresco, più penso, più mi ricordo, più capisco, meno sono i miei pensieri, meno mi ricordo, meno capisco. Quella che è rimasta è la mia esistenza, e quella sensazione che mi accompagna”. Vi è dunque una meditazione profonda che non lascia spazio all’idea di effimero e di vacuità, con cui sovente si immagina la realtà del fashion: “La moda è per me una delle tante strade per cercare la bellezza sublime”. Il ricorso ad un tema dell’estetica kantiana ci consente di penetrare ancor più l’essenza del suo impegno immaginativo: il sublime conferisce un’eccedenza di senso alla bellezza, ci mostra un suo valore più intenso e coinvolgente. Perché impedisce la resa dell’uomo alle banalità del quotidiano, aprendolo agli orizzonti dell’esperienza intellettuale e riaffermando la dignità del singolo di fronte al sospetto della propria insignificanza. Il sublime nasce quindi non dalle qualità dell’oggetto contemplato, ma dalla disposizione dell’animo del vivente. Ma la ricerca di Ruoqi prosegue ancora richiamandosi al rapporto tra bellezza e agonia: “Il significato della bellezza non sta propriamente nelle bellezza, come il significato di una foglia che cade non sta nel cadere, ma nella rinascita di un’altra foglia. E il significato del nascere di una foglia non sta nel nascere ma nell’accettare il fatto fatale che un giorno cadrà”.
Già il poeta Mario Luzi, nel suo Ipazia, e ancor prima l’immortale Leopardi nelle sue Operette morali, con Il Dialogo della moda e la morte, si erano soffermati sull’inevitabilità di questo esito ultimo, per cui il significato della bellezza, ci dice ancora Ruoqi, sta nell’accettare l’inevitabilità dell’agonia, nell’accettare che essa stia nell’agonia e che quest’ultima diventi la bellezza stessa. Vorrei sottolineare, infine, la nostra soddisfazione nel portare a Fabriano, città creativa dell’Unesco per le Arti popolari e l’artigianato, il lavoro creativo di un giovane artista che proviene da un’altra città creativa Unesco, per il Disegno industriale, Pechino, la capitale della Repubblica Popolare di Cina.
Galliano Crinella – Direttore Generale del Premio nazionale Gentile da Fabriano