“Terra di Marca”, la Cartella d’arte per il ventennale del Premio Gentile da Fabriano

Ricorrendo il ventennale del Premio (1997 – 2016), l’Associazione “Gentile Premio” ha pubblicato, nel Settembre 2016, la Cartella d’arte “Terra di Marca”, con opere inedite stampate al torchio in numero limitato. La Cartella contiene una premessa di Galliano Crinella, direttore del Premio, lo scritto di Carlo Bo, Il paese dell’uomo, le prose poetiche di Eugenio De Signoribus, Colori del si e del no, la nota critica di Nunzio Giustozzi, Uno sguardo Gentile, una fotografia di Mario Giacomelli e incisioni di Alfredo Bartolomeoli, Agostino Cartuccia, Rossano Guerra, Sandro Pazzi, Riccardo Piccardoni, Alfredo Pirri, Athos Sanchini e Sandro Trotti. La parte tipografica è opera delle Grafiche Fioroni di Casette d’Ete. La Cartella è stampata su carta Rosaspina 285 gr. di Fedrigoni S.p.A.. Per aver contribuito alla realizzazione della Cartella, l’Associazione “Gentile Premio” ringrazia: Leonello e Sauro Alessandrini, Lycia Antognozzi, Agostino Cartuccia, Giuliano Liberini, Enzo Marinacci, Paolo Mazzoni, Sandro Pazzi.

(Nell’immagine in evidenza, incisione di Athos Sanchini)

Iniziato il lavoro di preparazione della XXI edizione 2017

La Giuria della XXI edizione del Premio nazionale Gentile da Fabriano ha iniziato il lavoro di preparazione della XXI edizione 2017, la cui cerimonia conclusiva, con la consegna dei riconoscimenti, si terrà in Fabriano, presso l’Oratorio della Carità, sabato 14 ottobre 2017 alle ore 10.30. Comunicheremo, a breve, i nominativi dei premiati. Intanto anticipiamo che la Giuria ha deciso di conferire un Premio alla memoria a Michele Scarponi, gloria dello sport e del ciclismo nazionale, dopo la sua prematura scomparsa in un tragico incidente stradale nella sua Filottrano.

 

Premio Gentile da Fabriano 2016 – Lettera di Salvatore Settis

Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, intellettuale e studioso autorevolissimo, impossibilitato ad intervenire alla cerimonia conclusiva della XX edizione del Premio nazionale Gentile da Fabriano, che si è tenuta a Fabriano, nella splendida Sala dell’Oratorio della Carità, sabato 8 ottobre 2016, ha inviato questa lettera che pubblichiamo a seguire:

“Ho accolto con gioia la notizia che la Giuria del Premio nazionale Gentile da Fabriano ha voluto generosamente assegnarmi il Premio nella Sezione “Carlo Bo per l’arte e la cultura”. Ho già avuto una volta l’onore di vedere il grande nome di Carlo Bo associato al mio, e fu quando tenni a Urbino, nel dicembre 2013, le Lezioni urbinati a lui dedicate. Questo onore si rinnova ora a Fabriano, in un contesto per me non solo lusinghiero, ma quanto mai gratificante.

Questi miei sentimenti, intatti dall’annuncio del Premio alla giornata della sua assegnazione, sono stati purtroppo in parte frustrati da un problema di salute, la cui causa deve essere acclarata con urgenza, costringendomi a rinunciare alla mia presenza a Fabriano onde dedicare questi giorni a delicati e improrogabili esami diagnostici. Me ne scuso moltissimo con il Direttore del premio Prof. Galliano Crinella, con il Magnifico Rettore dell’Università di Urbino prof. Vilberto Stocchi, Presidente della Giuria, che per primo mi dette notizia del Premio, con tutti i membri della Giuria e con chiunque sia presente alla cerimonia di conferimento dei Premi.

Pur in questa forzata assenza, mi è di conforto la speranza di poter rendere visita a Fabriano nel prossimo futuro, anche solo per ringraziare i membri della Giuria e per sperimentare, sia pure brevemente, l’atmosfera di civile impegno che informa questa città. Non conosco le motivazioni con cui il Premio mi è stato assegnato: se, come mi azzardo a supporre, è per gli studi e gli interventi che in questi anni vado facendo per la difesa del paesaggio e dei beni culturali, della scuola, dell’Università e della ricerca, mi sento non tanto il destinatario esclusivo del Premio, bensì un rappresentante di tutti quegli italiani (e sono tanti, anche nelle Marche) che difendono quotidianamente, con il loro/nostro lavoro spesso silenzioso, il diritto alla cultura. Tale diritto è parte irrinunciabile di un orizzonte di diritti della società e della persona che la Costituzione della Repubblica, elaborata nell’altra consapevolezza dell’Assemblea Costituente, mirabilmente rappresenta. La nostra Costituzione, si dice spesso, è “la più bella del mondo”: ma dobbiamo leggerla non con spirito estetico-contemplativo, bensì, operativamente, come una carta dei diritti – anche se in parte non attuati. Come, semmai, la Costituzione più promettente del mondo. Anche un’occasione di incontro culturale e civile come questa può servire a ravvivare, su questo fronte sempre a rischio, la nostra memoria di cittadini; ed è anche per questo che, pur forzatamente assente, vi sono gratissimo per l’assegnazione di questo Premio”.

 

 

Barbara Stefanelli tra i premiati della XX edizione del Premio Gentile da Fabriano 2016, sul tema: “Laboratori di futuro”

Fabriano. Il tema al centro della XX edizione del Premio nazionale Gentile da Fabriano é: “Laboratori di futuro”. Sono cinque, per altrettante Sezioni, i premiati scelti dalla Giuria, presieduta dal Rettore dell’Università di Urbino “Carlo Bo”, prof. Vilberto Stocchi: Barbara Stefanelli (Sezione “Vite di italiani”); Salvatore Settis (Sezione “Carlo Bo per l’arte e la cultura”); Alberto Magnaghi (Sezione “Economia, impresa e societa’”); Alberto Rizzoli (Sezione “Scienza, ricerca e innovazione”); Moreno Cedroni (Sezione “Officina marchigiana”). La consegna dei premi si terrà, come da tradizione, il secondo sabato di Ottobre, quest’anno sabato 8 Ottobre, alle 10.30, e sempre nella splendida Sala dell’Oratorio della Carità. La cerimonia di consegna dei Premi, alla quale interverrà Luca Violini, sarà condotta da Barbara Capponi, giornalista Tg1.

Ci ha lasciato Vittorio Merloni, grande uomo d’impresa, Premio Gentile da Fabriano 2002

Fabriano. Nella notte tra venerdì 17 e sabato 18 giugno 2016, dopo una lunga malattia, ha concluso la sua esistenza terrena Vittorio Merloni, eccellente uomo d’impresa (nella foto al centro, tra Enzo Biagi e Giuseppe Uncini),  coraggioso e innovatore, protagonista di una delle più belle pagine dell’imprenditoria italiana ed europea degli ultimi decenni nel settore degli elettrodomestici. Nel 2002 gli era stato conferito il Premio nazionale Gentile da Fabriano nella Sezione “Impresa e cultura nelle Marche”. Nella stessa sesta edizione erano stati premiati anche Enzo Biagi, Giuseppe Uncini, la Lega del Filo d’Oro, Simona Morando e Marco Ferri. Questa la motivazione con cui venne conferito il Premio:

   “Vittorio Merloni, fondatore e presidente della “Merloni Elettrodomestici”, è tra i maggiori industriali italiani ed europei. La “Merloni Elettrodomestici”, terza società europea nel settore con rilevanti partecipazioni nel campo della finanza e dell’energia, è quotata, dal 1987, alla Borsa di Milano, occupa ventimila dipendenti ed ha sedici stabilimenti in Europa che producono dodici milioni di elettrodomestici all’anno, commercializzati in tutto il mondo con i marchi “Ariston”, “Indesit”, “Scholtès”.

   E’ stato presidente di Confindustria (1980-1984), in anni in cui ha contribuito allo sviluppo dell’università “Luiss” e al rilancio del quotidiano economico “il Sole 24 Ore”. E’ presidente di Assonime, l’Associazione delle Società italiane per Azioni, membro di importanti gruppi finanziari ed industriali italiani ed internazionali, oltre che del programma Partner dell’Università Bocconi e del Nucleo di valutazione del Politecnico di Milano. Quest’ultimo, nel 2001, gli ha conferito la laurea asd honorem in Ingegneria gestionale. Nel 2002 ha ricevuto il Premio “Tarantelli” per la migliore idea economica del 2001. Erede, con i fratelli Antonio, Ester e Francesco, di una innovativa idea di impresa che ha segnato positivamente lo sviluppo economico italiano della seconda metà del Novecento, ha saputo imporre le sue aziende nel mercato globale, conservandone lo spirito originario.

   La collaborazione della “Merloni Elettrodomestici” con prestigiose Scuole e Università, in primo luogo per lo sviluppo delle tecnologie legate alla domotica, le iniziative della “Fondazione Aristide Merloni”, in molti e qualificati interventi realizzati in vari paesi europei, segnalati dall’Osservatorio sulla responsabilità sociale delle aziende, la promozione e sponsorizzazione di molteplici manifestazioni culturali, costituiscono le ulteriori motivazioni in forza delle quali la Giuria ha assegnato il Premio, nella Sezione “Impresa e cultura nelle Marche”, al Dottor Vittorio Merloni”.

 

“Le mie poetiche Marche”. Le opere fotografiche di Giacomelli, Cutini e De Finis ad Urbino (Casa natale di Raffaello)

Mario Giacomelli, Giorgio Cutini e Eros De Finis espongono alla Casa natale di Raffaello

LE MIE POETICHE MARCHE

 

 Fabriano. Si inaugura Sabato 2 luglio, alle ore 17.00, e resterà aperta fino al 31 luglio 2016, l’esposizione di tre fotografi d’arte, Mario Giacomelli, Giorgio Cutini e Eros De Finis, sul tema: “Le mie poetiche Marche”. L’esposizione, curata da Galliano Crinella, è promossa dall’Associazione “Gentile Premio” e dal Premio nazionale Gentile da Fabriano, in occasione del suo ventennale, in collaborazione con l’Accademia Raffaello, e si terrà nella prestigiosa sede di Casa natale di Raffaello – Bottega Giovanni Santi. Interverranno al vernissage Luigi Bravi, Presidente dell’Accademia Raffaello, Gualtiero De Santi e Katia Migliori (Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”). De Santi e Migliori sono autori dei testi critici presenti nel Catalogo che è edito dal Premio nazionale Gentile da Fabriano in coedizione con Quattroventi e contiene, insieme con due poesia di Eugenio De Signoribus, 55 opere fotografiche che hanno come motivo ispiratore la terra marchigiana. Le opere di Giacomelli risalgono agli ultimi decenni del ‘900, quelle di Cutini, più recenti, agli ultimi anni, mentre sono tutte inedite e del 2016 le opere di Eros De Finis.

Nella Premessa del curatore dell’esposizione e del Catalogo, Galliano Crinella, Presidente del Premio, si legge “La fotografia, una delle arti del nostro tempo, è definita “arte industriale”, ma non per questo credo si possa metterne in dubbio la potenziale valenza artistica, il suo porsi come luogo di invenzione, di elaborazione formale e di ricerca di senso. Uno dei maggiori esponenti della cultura filosofica moderna, Immanuel Kant, ha sostenuto piuttosto che “non vi è arte bella in cui non si trovi qualcosa di meccanico”. La tecnica può divenire consustanziale al processo creativo, al di là del sospetto che essa finisca con il provocare una progressiva disumanizzazione della progettualità creativa. Lo sguardo fotografico può aiutare noi e la stessa ricerca artistica a calarci inclinazioni e le interconnessioni.

Le Marche sono rimaste per lungo tempo come mute, quasi estranee al mondo. Forse perché, senza addentellati e perché “appoggiate, come sono, allo schienale degli Appennini stendono al sole i dolci colli e si accostano dolcemente al mare per ricevere la carezza delle onde”, così Tullio Colsalvatico che riecheggia il Leopardi: “…. le vie dorate e gli orti. E quinci il mar da lungi e quindi il monte”. Eppure i suoi paesaggi, i suoi equilibri, le compresenze e le inimitabili armonie ne fanno un’espressione bella, forse unica, della vera Italia. E quale luogo migliore di Urbino, “il cuore delle Marche se vediamo la storia della civiltà attraverso il dominio delle arti” (Carlo Bo) e della Casa natale di Raffaello, per una nuova rappresentazione della terra dei sassi e del mare?”.più direttamente nel mondo delle cose, nel vivo delle situazioni reali per una rappresentazione che possa vederne meglio, anche allusivamente o attraverso risoluzioni parziali, le