Piero Angela, Eliseo Mattiacci e Pier Luigi Celli tra i premiati del Gentile da Fabriano 2012

Un significativo riconoscimento a Padre Stefano Trojani

La Giuria del Premio nazionale Gentile da Fabriano, presieduta da Stefano Pivato, rettore dell’Università di Urbino “Carlo Bo”, riunitasi qualche giorno fa, ha definito il quadro dei premiati della XVI edizione del Premio, la cui cerimonia conclusiva si terrà in Fabriano il 13 ottobre 2012. I cinque premiati, suddivisi per Sezione, sono i seguenti: Sezione Scienza, ricerca e innovazione, Ilaria Capua, ricercatrice in campo veterinario; Sezione Carlo Bo per l’arte e la cultura, Eliseo Mattiacci, scultore; Sezione Vite di italiani, Pier Luigi Celli, manager d’impresa, direttore generale LUISS; Sezione Economia, impresa e società, Brunello Cucinelli, imprenditore e creatore di moda; Premio speciale della Giuria, Piero Angela, giornalista.

A partire dalla sedicesima edizione, il quadro premiati e delle esperienze culturali e sociali che il Premio intende richiamare, si arricchiscono ancora, essendo stata introdotta la Segnalazione della Giuria per personaggi o istituzioni che abbiano operato con merito nella promozione delle attività e dei beni culturali della Regione Marche. Il riconoscimento è andato quest’anno a padre Stefano Trojani, francescano sassoferratese, tenacemente impegnato da oltre sessant’anni nell’invenzione, progettazione ed organizzazione di molteplici iniziative, prime fra tutte, la Rassegna d’Arte “G.B. Salvi”, alla sua 62 edizione, e il Congresso internazionale di Studi Umanistici, alla 33 edizione.

Il Premio si avvale, sin dalla prima edizione, dell’alto patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero per i beni e le Attività Culturali. E’ sostenuto da Veneto Banca, Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, Cassa di Risparmio di fabriano e Cupramontana – Gruppo Veneto Banca e da Fedrigoni SpA.

Il fisico del CERN Gian Mario Bilei, da quest’anno, è entrato a far parte della Giuria del Premio, della quale fanno parte, oltre al Presidente Stefano Pivato, Enrico Agabiti Rosei, Gabriele Alfonsi, Galliano Crinella, Eugenio De Signoribus, Abramo Galassi, Domenico Giraldi, Enrico Loccioni, Antonio Pieretti, Armando Rigobello, Paolo Scandaletti, Roberto Stelluti.

Il Premio si farà promotore, insieme al fabrianese Foto Club “Arti Visive”, della Mostra fotografica di Enzo Carli, senigalliese del Gruppo “Passaggio di frontiera”, sicuramente uno dei maggiori fotografi marchigiani, docente di Fotografia nelle Università di Camerino e di Urbino. La Mostra, sul tema Archeologia dei sentimenti, sarà inaugurata ad inizio ottobre 2012. Il Premio nazionale Gentile da Fabriano, fondato dal Sen. Carlo Bo nel 1997, è promosso dall’Associazione “Gentile Premio”, presieduta da Enzo Carnevali, ed è diretto da Galliano Crinella.

Morricone, Olivero, Molaioli e Novelli alla XV edizione del Premio nazionale Gentile da Fabriano

Ernesto Olivero nella Sezione “Vite di italiani”, Ennio Morricone nella Sezione “Carlo Bo per l’arte e la cultura”, Vincenzo Consoli nella Sezione “Economia, impresa e società”, Andrea Molaioli per il Premio speciale della Giuria e Giuseppe Novelli nella Sezione “Scienza, ricerca e innovazione”, sono i vincitori della XV Edizione del Premio nazionale Gentile da Fabriano.

Il Premio, diretto dal prof. Galliano Crinella, è promosso dall’Associazione “Gentile Premio”, presieduta dal Geom. Enzo Carnevali. La Giuria, presieduta dal prof. Stefano Pivato, rettore dell’Università di Urbino, ha scelto, tra un’ampia lista di nomi, cinque figure significative dei diversi ambiti della società, delle professioni e della vita culturale del nostro pese.

Ernesto Olivero, più volte candidato al Nobel per la pace da Giovanni Paolo II, Madre Teresa di Calcutta, Giovanni Agnelli e Norberto Bobbio, ha fondato a Torino il Sermig (Servizio Missionario Giovani), noto come l’Arsenale della Pace, divenendo, nel corso degli ultimi anni, agente mondiale della solidarietà, una delle figure più rappresentative del volontariato e dell’impegno per la pace e la carità.

Ennio Morricone, premio Oscar alla carriera nel 2007, è famoso per le sue numerose e ben note colonne sonore cinematografiche. Musicista apprezzato in tutto il mondo, ha venduto più di 50 milioni di dischi.

Vincenzo Consoli, amministratore delegato di “Veneto Banca”, è riuscito a far crescere una piccola banca del Nordest, portandola ad essere il decimo gruppo creditizio nazionale. L’Istituto finanziario è cresciuto con numerose acquisizioni e in virtù di una filosofia d’impresa che conserva legami fortissimi con il territorio. E’ cittadino onorario di Montebelluna.

Andrea Molaioli, di origini fabrianesi, dopo molti anni di “gavetta” ad alto livello, assistente alla regia con Nanni Moretti, Carlo Mazzacurati e Marco Risi, si è imposto all’attenzione della critica con la regia di due ottimi film, La ragazza del lago, con cui ha ottenuto, nel 2008, il David di Donatello per il miglior regista, e, recentissimo, Il Gioiellino, film drammatico incentrato su uno dei crack finanziari più gravi degli ultimi decenni, quello della “Parmalat”, con prestigiosi attori protagonisti quali Toni Servillo e Remo Girone. Il titolo del film riprende una battuta attribuita anni fa a Callisto Tanzi, titolare della “Parmalat”: “A parte quei 14 miliardi di buco, l’azienda è un gioiellino”.

Giuseppe Novelli, genetista, scienziato di vaglia, membro di numerose società scientifiche internazionali, è attualmente impegnato in importanti ricerche sulle cellule staminali. Preside della facoltà di Medicina e Chirurgia della IIa Università di Roma, è uno dei sette membri dell’ANVUR, l’organismo del Ministero dell’Università per la valutazione del sistema universitario nazionale.

La cerimonia di consegna dei Premi, condotta da Donatella Vici, si terrà a Fabriano il prossimo 15 ottobre 2011 presso l’Oratorio della Carità. Nell’occasione sarà ricordato il prof. Pietro Zampetti, illustre storico dell’arte deceduto lo scorso gennaio, che è stato membro della Giuria del premio fin dalla Ia Edizione.

La XV Edizione del Premio coincide inoltre con il centenario della nascita del Sen. prof. Carlo Bo e con il decennale della morte. Al Sen. Bo, fondatore del Premio e Presidente della Giuria nelle prime quattro edizioni, sarà dedicata l’edizione 2011 del Premio. Oltre al ricordo dell’intellettuale, uno dei più prestigiosi del Novecento, è prevista una mostra delle immagini fotografiche della sua presenza al Premio e la ristampa del bel volume Aspettando il vento, edito nel 1976 nella Collana “Il Margine” diretta dall’anconetano Carlo Antognini, che conterrà sete disegni ed incisioni dell’artista fabrianese Roberto Stellati. Gran parte del volume è dedicato ai grandi letterati e poeti delle Marche, la terra d’adozione dello studioso ligure, senatore a vita per meriti culturali e per oltre 50 anni rettore dell’Università di Urbino, che ora si fregia del suo nome.

Iniziative per la XV edizione del Premio Gentile da Fabriano, nel segno del suo fondatore Sen. Carlo Bo

La XV edizione del Premio nazionale Gentile da Fabriano (15 ottobre 2011) si tiene nel nome del Sen. Prof. Carlo Bo (1911 – 2001), fondatore del Premio e Presidente della Giuria nelle prime cinque edizioni. L’edizione 2011 è dedicata all’illustre intellettuale nel centenario della nascita e nel decennale della morte. Sono promosse, per l’occasione, quattro iniziative. La prima è la mostra di immagini fotografiche di Carlo Bo al Premio, riferite agli anni 1997, 1998, 1999, 2000. Si tratta di oltre trenta foto, che saranno esposte nell’atrio dell’Oratorio della Carità Sabato 15 ottobre 2011. Nel testo di presentazione si legge: “Bo giungeva a Fabriano da Urbino, solitamente accompagnato da Ursula Vogt e da altri docenti e collaboratori dell’Università feltresca, di cui era Rettore dal 1947. Alcune immagini ne ritraggono il suo arrivo, altre lo riprendono insieme ai membri della Giuria, molte, la gran parte, hanno come obiettivo il suo volto, ripreso in foggie differenti, ma sempre con il suo immancabile “toscano”. Tutte le foto sono state scattate all’Hotel Janus, ove si è tenuto il Premio nelle prime sei edizioni. Il Card. Gianfranco Ravasi ha ricordato lo scorso anno, ricevendo il Premio proprio nella Sezione “Carlo Bo per l’arte e la cultura”, di aver ascoltato dallo stesso Bo, nei frequenti colloqui milanesi, una frase a suo modo significativa: ‘E’ necessario rompere il silenzio solo per dire una cosa più importante del silenzio stesso’. Possiamo dire dunque che avendo egli fatto un uso parco della parola, acquisiscono ancor più rilievo le sue stesse immagini, il volto, il modo di procedere, l’accensione del sigaro, lo sguardo a volte severo a volte dolcissimo, i suoi occhi”.

La seconda iniziativa è la pubblicazione: “Le Cartelle del Gentile”, dirette da Galliano Crinella, il cui primo numero esce per il centenario di Carlo Bo. La Cartella / 01 contiene il testo di Carlo Bo, Piero Bigongiari, Oreste Macrì e l’ermetismo (1998), la poesia di Eugenio De Signoribus, Dialogo (2001/2011) e l’incisione all’acquaforte di Raimondo Rossi, Omaggio a Carlo Bo. La cartella sarà data in omaggio ai presenti alla cerimonia di consegna dei premi.

La terza iniziativa è la nuova edizione del volume di Bo, Aspettando il vento, pubblicato nelle edizioni L’Astrogallo di Ancona nel 1976 e non più disponibile. Il volume, edito dal Premio nazionale Gentile da Fabriano, con una introduzione di Mario Luzi, cinque incisioni e un disegno di Roberto Stelluti, è curato da Galliano Crinella. Riproduciamo, a seguire, parte della prefazione di quest’ultimo.

“Nella prima sezione, ampia e ricca di riflessioni, Bo scrive di scrittori, poeti e artisti marchigiani, ad iniziare dal grande Leopardi. All’acuta osservazione di Mario Luzi: “La letteratura marchigiana ha la dimensione vitale e poetica della naturalezza”, Bo aggiungeva altri aspetti e caratteri. Intanto la presenza di una coscienza molto controllata, “una naturale sapienza” per la quale gli sembrava esemplare la scrittura di Vincenzo Cardarelli, con quell’equilibrio raro a trovarsi fra le ragioni del passato e quelle del presente, fra tradizione e novità. Ma quello che Bo apprezzava nello spirito dei marchigiani, e che forse sentiva vicino allo spirito della sua terra, la Liguria, oltre ai valori letterari, era anche “la straordinaria perizia nel governo delle cose pratiche”, qualità che ritrovava, ad esempio, nell’opera ecclesiastica del Cardinal Pietro Gasparri, “il Giolitti della Chiesa”, che lavorò alacremente per ristabilire la pace fra la Chiesa e lo Stato italiano. “Le Marche sono state, e sono ancora – affermava Bo in quell’articolo del dicembre 1972 – uno straordinario serbatoio di servitori della Chiesa di Roma: servitori fedelissimi ma intenti più alle cose pratiche, al governo che non alla meditazione o, per lo meno, a una valutazione critica delle ragioni spirituali”.

Nella seconda sezione Bo tratta della letteratura, del difficile mestiere dello scrittore e del critico. E affronta temi drammaticamente attuali in quel tempo: il rapporto fra scrittore e pubblico, la funzione della critica, la dinamica letteratura – società, l’inquietudine morale del tempo. Il bilancio che ne fa non è positivo. Registra la differenza tra i propositi di rinnovamento e la stagnante mediocrità dei risultati, tra l’euforia dei programmi e la povertà di ciò che era stato fatto.

Nella terza sezione, l’attenzione di Bo è rivolta alla condizione morale e storica del cristianesimo, un tema ricorrente in tutta l’opera del critico e dello studioso. Il suo tormento per lo spirito di dimissioni che denota l’esperienza dell’uomo contemporaneo è ben condensato nel dialogo, riferito da Sergio Zavoli nel suo Diario di un cronista (Milano 2002): “Ho l’impressione che la voce di Dio passi nei nostri cuori e non lasci traccia. Il consenso senza sofferenza che diamo a Dio è solo un modo, tra tanti, di non rispondergli”.

 La quarta iniziativa è la Mostra fotografica del fabrianese Giacomo Ilari, Paesaggi marchigiani, promossa in collaborazione con il Fotoclub Arti Visive di Fabriano. La Mostra, allestita presso Palazzo Chiavelli, in Piazza del Comune, resterà aperta dal 14 al 23 ottobre 2011. Sarà presentata, presso il Ridotto del Teatro Gentile, venerdì 14 ottobre, da Massimo Bardelli, Andrea Bevilacqua, Enzo Carli e Galliano Crinella. Subito dopo la presentazione ci sarà l’inaugurazione.

Ricordo del Prof. Pietro Zampetti

Luca Violini legge Montale, Luzi e Rebora

Sabato 15 ottobre, nella cerimonia di consegna dei Premi Gentile da Fabriano (XV edizione), sarà ricordato il Prof. Pietro Zampetti, deceduto lo scorso gennaio a Treviso, all’età di 97 anni. Zampetti, legato da stima ed amicizia al Sen. Prof. Carlo Bo, è stato membro autorevole della Giuria del Premio fin dalla I edizione. Insigne storico dell’arte (a lui si devono, tra l’altro, i quattro preziosi volumi della Pittura nelle Marche), è stato uno dei massimi esperti dell’opera di Carlo Crivelli e Lorenzo Lotto. Già Sovrintendente delle Belle Arti nelle Marche, è stato docente di Storia dell’arte nell’Università di Urbino e nell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha diretto il Centro Beni Culturali della Regione Marche, è stato Presidente dell’Accademia di Scienze Lettere ed Arti delle Marche. E’ stato insignito della Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica come Benemerito della cultura e dell’arte.

Pietro Zampetti ha fornito un contributo rilevante alla conoscenza e alla valorizzazione dei beni artistici, pittorici e monumentali delle Marche. Era particolarmente legato a Fabriano anche per il suo debito di riconoscenza, in più occasioni da lui stesso sottolineato, verso il fabrianese Bruno Molaioli, nome divenuto famoso nel mondo per la sistemazione del Museo di Capodimonte a Napoli. Era stato Molaioli, suo maestro al Liceo Rinaldini di Ancona e successivamente Soprintendente ai Beni Artisti delle Marche, “il più autorevole e benemerito – così affermava Zampetti – che le Marche abbiano avuto”, ad avviarlo agli studi di storia dell’arte e alla critica d’arte.

All’interno della stessa cerimonia conclusiva del Premio è previsto un interessante intermezzo letterario. Luca Violini, una delle più importanti e note voci nazionali nel campo del doppiaggio cinematografico e documentaristico, televisivo e radiofonico, leggerà alcune poesie di Mario Luzi, Eugenio Montale e Clemente Rebora, accompagnato dalle musiche di Max Richter.

Giorgio Cutini al Museo della Carta e della filigrana

La mostra è promossa ed organizzata dal Premio nazionale Gentile da Fabriano in occasione della sua XIV edizione

Promossa in collaborazione con il Museo della carta e della filigrana e con il patrocinio del Comune di Fabriano – Assessorato al turismo, sarà inaugurata Sabato 9 ottobre 2010 alle ore 16, presso lo stesso Museo della Carta, la Mostra di Giorgio Cutini, Ciò che si rivela. Opere fotografiche 1972 – 2010, e resterà aperta sino al 7 novembre.

Nel Catalogo, pubblicato nella Collana “I Quaderni del Gentile”, il chirurgo – fotografo esprime così lo spirito della sua ricerca artistica: “Ho rispetto per la fotografia documentaristica, di narrazione, sociale o di reportage, ma mi dissocio da essa. Io cerco di lavorare nell’oscurità, attraverso la luce e sono particolarmente interessato al nulla, al vuoto che è contrario del pieno. Sono personalmente per una fotografia ‘di ricerca’, del pensiero, del sentimento e della poesia. Le mie immagini non vogliono essere documento ma invenzione, o meglio, espressione di mie emozioni comunque sempre positive”.

Nella Mostra, curata Galliano Crinella e Gilberto Marconi, saranno esposte circa 50 opere che ripercorrono i momenti più importanti del suo lavoro fotografico attraverso le serie: Mistero della fede, Fotogramma recuperato, Vertigine del movimento, Apparenti incontaminazioni, Cinetica dell’armonia. Nello stesso catalogo, il prof. Crinella ne sintetizza come segue il percorso artistico: “Cutini ha cercato di trasformare l’apparecchio fotografico in un occhio meditativo, in un ampliamento dell’organo della vista, quell’occhio che nell’antichità era considerato il centro dell’uomo. Così ha potuto sviluppare una straordinaria poesia dello sguardo, un ‘eroismo’ della visione ed una figurazione dell’invisibile, prerogative alle quali vanno riportate immagini che sembrano scritte con la luce e che sono, al tempo stesso, specchio privilegiato della riflessione e del suo mondo interiore”.

E questa una parte dell’introduzione del prof. Marconi: “Nello scatto del chirurgo di Jesi gli occhi trovano molto da chiedere, probabilmente perché, a sua volta, quelli del fotografo hanno avuto più da domandare che da rubare alla natura o alle persone cui si sono rivolti. Le foto sono divenute esse stesse luoghi dell’interrogazione. Se dunque è possibile tentare una risposta alla domanda circa la capacità di cattura che le foto di Cutini esercitano, questa va cercata nel senso d’incompiuto che esprimono, e d’incompreso, per chi gli si pone dinanzi, che dalle immagini promana”.

La Mostra è organizzata in occasione della XIV edizione del Premio nazionale Gentile da Fabriano, evento promosso dall’Associazione “Gentile Premio”. I premi – la cerimonia di consegna sabato 9 Ottobre alle ore 11 all’Oratorio della  Carità – saranno conferiti a Mons. Gianfranco Ravasi, Ezio Greggio, Gae Aulenti, Iginio Straffi e Francesco Stellacci.

Francesco Stellacci al Premio Gentile da Fabriano 2010

Nel 2008 è stata sua l’invenzione di una “carta assorbente” per ripulire i mari

 Un giovane ingegnere, pugliese di Bitonto, classe 1973, docente  di Ingegneria e scienza dei materiali al MIT (Massachusetts Institute Technology) di Boston e al Politecnico di Losanna, è tra i premiati del Gentile da Fabriano 2010, nella Sezione “Scienza, ricerca e innovazione. E’ considerato uno degli esperti mondiali nel campo delle nanotecnologie, dell’infinitamente piccolo, ed è tornato da poco in Italia per dirigere a Milano il neonato Cen (Centro europeo di nanomedicina), promosso dalla Regione Lombardia.

Il Cen ha come obiettivo lo sviluppo di soluzioni innovative per la prevenzione, la diagnosi e la cura di patologie tumorali, cardiovascolari e neurologiche. “Grazie alla nuova frontiera delle nanotecnologie – ha affermato Stellacci – la medicina ha grandi possibilità di evoluzione, soprattutto negli esami diagnostici e nella somministrazione dei farmaci. Stiamo già lavorando ad un nuovo sistema di farmaci per il cancro al cervello”. Lo scienziato guiderà una equipe che comprende ingegneri, biologi, medici e fisici. “E’ un sogno che si realizza – ha detto ancora Stellacci – e cioè quello di fare ricerca ai più alti livelli qui in Italia. Perché gli scienziati sono dei sognatori, persone che ambiscono a lasciare il mondo migliore di come l’hanno trovato, di innovarlo e di renderlo sempre più vivibile. L’ideale è di ottenere tutto questo senza guerre, senza diatribe, senza creare divisioni ma parlando la lingua più universale che esista al mondo. Questa è la vera vocazione di orni scienziato, quel tema comune che ci rende simili, indipendentemente dalla nazionalità, dalla religione o dalla cultura di provenienza”.

Ha dodici riconoscimenti internazionali all’attivo, tra i quali quello assegnato nel 2005 dal Technology Review Magazine ai 35 top innovators under 35, per l’invenzione di un sistema che permette di ridurre enormemente i costi di produzione dei Dna-chip. I dna-chip sono dei vetrini utilizzati per particolari esami biologici. E’ del 2008, inoltre, operata al MIT con il suo gruppo di ricerca, una straordinaria invenzione contro le macchie di petrolio. Si tratta di un foglio di “carta assorbente” capace di “asciugare” una quantità di liquido pari a venti volte il suo peso. E’ una carta fatta di un intreccio di nanofibre di ossido di potassio manganese, impermeabile all’acqua, che assorbe solo petrolio ed è resistente alle alte temperature. Così il petrolio assorbito può essere recuperato esponendolo a forti fonti di calore che lo fanno evaporare. E il foglio di carta ritorna pulito e può essere riutilizzato.

Di questa “carta assorbente” si è tornati a parlare molto recentemente come possibile strumento per far fronte al disastro ecologico del Golfo del Messico.